Nelle masserie: ieri e oggi

Istituto scolastico: I.C. Enrico Berlinguer
Docenti: Luciella Ragusa (coordinatrice), Lucia Rosso, Vanessa Di Salvo, Simona Guastella, Daniela Iacono
Classi: VA, VB della primaria e IC e II C della secondaria primo grado
Tutor videomaker: Andrea Giannone


Il tema

Il progetto, presentato con il titolo “Vita dei campi…iblei”, si focalizza sulla vita della masseria ragusana: struttura sociale, economia, famiglia, casa e ambienti nella seconda metà del Novecento. Com’è noto, il peculiare paesaggio rurale ibleo è caratterizzato dalla presenze delle  masserie in una fitta rete di muretti a secco che limitano le proprietà e i pascoli, i ciusi,  costruiti per spietrare i terreni.

cavaléri e i massari   erano le due classi sociali più importanti di Ragusa: i cavaleri (la classe dirigente) vivevano di rendita agraria, ovvero attraverso u pajamientu ( pagamento, affitto, gabella), che nel mese di agosto alla fine dell’annata agraria i massari corrispondevano loro. Si trattava di grosse tenute ricavate dalla parcellizzazione fondiaria della Contea di Modica sotto i Cabrera con l’istituto giuridico dell’enfiteusi.

I massari con la loro famiglia coltivavano grano e fave; raccoglievano olive, carrube e mandorle, allevavano animali.  La “ciana”, ovvero l’altopiano offriva foraggio a cavalle, muli, bovini; si produceva il latte che veniva trasformato in caciocavallo e gli animali fornivano l’energia muscolare per arare e trasportare. La masseria si basava su un’economia circolare, dove tutto si ricicla e niente va perduto. L’acqua piovana veniva raccolta nelle cisterne; il letame serviva a concimare i terreni e lo sterco alimentava il fuoco nella tannura; gli steli del grano intrecciati diventano cannisci; i grani minuti, u scaghiu, forniva  becchime per i polli;  il siero della ricotta costituiva cibo per maiali e cani.

“Si ascrivono all’operosità e all’industriosità dei massari le radici della diffusa imprenditorialità che caratterizza la Ragusa di oggi” (F. Schembari)


Il laboratorio

Il percorso formativo si è rivelato una scoperta della storia locale per docenti e alunni che sono stati impegnati nella ricerca di  siti, testimonianze e fonti storiche. La masseria si è rivelato uno scrigno di storia e le mute pietre di calcare hanno preso vita. 

Nella masseria ognuno aveva un ruolo definito: “cavaleri”, mezzadri, coloni, braccianti o “iurnatari”, donne massare e bambini adduvati dalla perduta infanzia. Gli alunni e le alunne ne hanno ricostruito la storia quotidiana segnata dallo scorrere ciclico delle stagioni e  hanno ricucito frammenti di storia fino riscoprendo il ciclo del grano e del latte, della raccolta, delle tradizioni. La nostra masseria si è come popolata di massare che cucinano la minestra di fave secche, di mietitori arsi dal sole, di massari che modellano cosicavaddi. Ma non minore attenzione è stata dedicata all’oggi: se ieri l’arte della mungitura era affidata alle mani spienti del massaro e di chi lo coadiuvava, oggi il software del sistema informatizzato consente il controllo del latte, del foraggio, e di tutto il sistema produttivo.

Valutazioni

Gli alunni hanno appreso l’importanza della tutela del patrimonio storico culturale e ambientale da valorizzare e conservare. La ricerca del “tempo perduto” è stata impegnativa: non è stato così facile reperire fonti e testimoni. Questi ultimi, ormai anche molto anziani, raccontavano esperienze personali secondo un flusso di emozioni, talvolta anche con incongruenze.  Ma anche questa è stata una lezione (di antropologia culturale) che abbiamo appreso. Di grande importanza è risultata l’acquisizione della consapevolezza storica attraverso la riflessione su tracce materiali e immateriali come anche i racconti di testimoni diretti, persone semplici, che hanno anche attraversato  grandi eventi, come la seconda guerra mondiale.

Il titolo originariamente assegnato,  “vita dei campi… iblei”, voleva essere un omaggio a Verga: ma nella nostra ricerca, negli Iblei nella seconda metà del 900, alla fine non abbiamo trovato dei “vinti”. Chi oggi conduce le masserie sono degli imprenditori agricoli che, per quanto legati alla tradizione, hanno saputo innovarsi e hanno “trasformato”.

Diario di bordo

-Novembre-dicembre: formazione docenti nell’ambito del progetto “Alla scoperta di Ragusa e del suo paesaggio culturale” 2° edizione”

-Febbraio: avvio dei lavori di laboratori con la ricerca storica attraverso la lettura di testi, la visione di video e la lettura di immagini da www.archiviodegliiblei.it 

-Marzo: incontri di formazione degli alunni su tecniche di ripresa video e conduzione di interviste con il videomaker Andrea Giannone.  Incontri con esperti e testimoni in classe. 

-Aprile: uscite didattiche per osservazione diretta delle fonti materiali: ruderi di antiche masserie e aziende agricole moderne in attività. Ricerca di documenti storici sul lavoro agricolo, contratti e condizioni sociali presso Archivio di stato di Ragusa.

Raccolta di materiale multimediale prodotto dagli alunni


Le classi e gli alunni

  • Classe V A primaria: Ettore Antoci, Luca Antoci, Daniele Battaglia, Leonardo Bellio, Maria Celestre, Clizia Cintolo, Marco Cirnigliaro, Ludovica Di Pietro, Sofia Dinatale, Marco Fontana, Giulio Guardiano, Maria Iacono, Giada La Terra, Amelia Mazzola, Daniele Parrino, Emilia Pluchino, Matteo Pugliese, Emilia Raniolo, Aurora Sivillica, Miriam Zago
  • V B primaria Angelo Baglioli, Aurora Basile, Marco Bocchieri, Adriano Campo, Carola Di Franco, Maria Dinatale, Luca Livio Gallo, Elena Gasperi, Aurora Giglio, Christian Gurrieri, Nicolò Gurrieri, Lorenzo Iannucci, Laura Metoldi, Antonio Molè, Emanuele Palla, Serena Piccitto, Nicole Rametta, Maria Carla Rusiceanu, Elena Stracquadaini, Daria Tidona
  • I C secondaria primo grado Mattia Bergamo, Mattia Buscema, Simone Cilia, Roberta Distefano, Christian Dorata, Salvatore Gurrieri, Lara Iacono, Stella Iacono, Sofia Incardona, Emily Iudice, Giosuè Iurato, Greta La Magna, Aleandro Lamia, Francesco Laperna, Viola Lo Monaco, Francesco Lombardo, Daniel Macias De Lara, Stefano Paravizzini, Carola Pusello, Nicola Ricca, Chiara Salamone, Andrea Savarino, Simone Scrofani Cancellieri.
  • II C secondaria Martina Agosta, Alessia Antoci, Martin Barone, Nichol Bruno, Giulia Catania, Sofia Cioffi, Emanuela Civello, Chiara D’Agata, Noemi Dibenedetto, Alessia Firrincieli, Alessandro Giannone, Ivan Guastella, Marta La Spina, Tommaso Lauretta, Erika Marabita, Stefano Occhipinti, Antonio Pace, Yunes Pisacane, Ginevra Pulvirenti, Pietro Randisi, Ignazio Riso, Giorgio Schembari, Marco Scivoletto, Gabriele Scribano

Ringraziamenti

Archivio di Stato di Ragusa con il Direttore dr. Vincenzo Cassì, Prof. Ciccio Schembari per la sua partecipazione al progetto come esperto di storia ragusana, Prof. Roberto Carlo Deri per lezione di Antropologia Culturale, l’agronomo Dott. Guido Massari che ci ha guidato alla visita della sua azienda, l’ins. Enrica Lo Presti per la collaborazione alla progettazione e per le loro testimonianze: Sig.ra Concetta Campo ,Sig. Mariano Burgio, Sign.ra Anna Firrito, Sig. Schembari Marco.

Un ringraziamento particolare alla Dr.ssa Patrizia Cacciani dell’Archivio storico Istituto Luce.


BIBLIOGRAFIA

Ciccio Schembari, Ragusa dalla società orizzontale alla società verticale alla ricerca del centro perduto, Zuleima Sicilia Punto L Edizioni con le Fotografie di Giuseppe Leone

Vincenzo Rabito, Terra Matta, Einaudi 2022

  1. Antoci N. Carnigliaro, Massari e Massarie, C.D.B. Ragusa 2008

Mimì Arezzo, Una Ragusa da amare, Ragusa 2013 vol. II, IV, V, VI

Giorgio Casamichele, Ragusa e Ragusani, Arti grafiche Matte, Ragusa 2004

Ciccio Schembari, Chi si manciava nta massaria. Le specialità culinarie della gastronomia ragusana (Articolo pubblicato sul n. 81/2012 “Di pancia” della rivista online www.operaincerta.it)


ALLEGATI

INIZIATIVE COLLATERALI

L’attività laboratoriale dei proff. Gabriella Vadalà e Roberto Carlo Deri, che hanno coinvolto le classi  1° e 1°D dell’I.C. Berlinguer – plesso Blangiardo, è uno degli esiti inattesi della seconda edizione del progetto “Alla scoperta di Ragusa e del suo paesaggio culturale”. I due docenti, che hanno una formazione  demo-etno-antropologica, basandosi su precedenti esperienze e sulle interviste raccolte insieme agli alunni, hanno elaborato un testo autoriale introdotto da Sergio Gilles Lacavalla, scrittore e giornalista poliedrico.

Piccoli Antropologi indagano