I LABORATORI

Intervento delle professoresse Isabella Aiosa e Mariarosaria Fallone all V Conferenza Nazionale dell’AIPH-Associazione Italiana di Public History, Firenze 6 giugno 2023.

L’IDEA 
Il progetto di cui vi parliamo nasce per ricostruire la storia di un parco urbano, il parco Dora, e di un’area che nel secolo scorso ha ospitato complessi industriali della città di Torino ed è stata dunque un quartiere operaio, ed ha poi cambiato volto agli inizi degli anni Duemila con la deindustrializzazione.
Anche se il passato del luogo viene evocato da evidenti tracce di archeologia industriale, i ragazzi non ne conoscevano la storia, avevano sempre vissuto da fruitori occasionali o intenzionali un parco diventato poi il soggetto del “loro” documentario, un mediometraggio articolato in tre capitoli: “ieri” per ricordare il passato operaio e farlo rivivere attraverso testimoni e documenti d’archivio, “oggi” per illustrarne il suo presente, “domani” per stimolare nei ragazzi una riflessione su come il parco potrebbe ancora trasformarsi.
I ragazzi in questione sono alunni e alunne di due classi della terza media di una scuola, la Sibilla Aleramo, che si trova vicino al parco, in un contesto di periferia urbana non degradata ma che presenta pochi spazi di aggregazione sociale; le classi sono abbastanza eterogenee e per questo il coinvolgimento nel progetto ha rappresentato per noi una sfida importante, poiché la partecipazione è stata su base volontaria e l’attività non è stata oggetto di valutazione.

LE FASI DEL PROGETTO
Il progetto è stato sviluppato in varie fasi: gli alunni hanno svolto incontri di formazione di educazione ai linguaggi audiovisivi, hanno poi preso parte alla preproduzione del mediometraggio e poi alla produzione stessa, hanno sperimentato metodologie (ricerche su fonti d’archivio, interviste sul campo…), strumenti e tecnologie, in un processo creativo che li ha portati quasi naturalmente a organizzarsi come una vera e propria troupe cinematografica con ruoli ben definiti (fonico, ciacchista, segretario di produzione, regista…).
Nella produzione hanno avuto un ruolo fondamentale i testimoni, la diversa natura e specificità dei loro contributi ha costruito un immaginario del luogo sfaccettato e interessante; gli ex operai, alcuni nonni degli alunni stessi, hanno fatto luce su elementi di storia locale e familiare, accendendo uno scambio tra generazioni potente e inconsueto.
Dei writer hanno raccontato il parco Dora come un luogo unico in Italia per l’ampiezza degli spazi da riempire con graffiti e murales che di volta in volta vengono coperti con altre opere in una sovrapposizione espressiva sempre rispettosa dell’artista precedente: il parco diventa così un luogo mutevole e in grado di “parlare” ai suoi fruitori.
Esperti di storia sociale e progettazione urbana con la loro testimonianza hanno permesso di decodificare un territorio complesso e stratificato, consentendo ai ragazzi di immaginarne il futuro alla luce di una maggiore consapevolezza del presente.
Tutto il lavoro svolto si è attenuto ai principi della public history: sono infatti state promosse pratiche di partecipazione che hanno coinvolto un importante segmento della comunità, che hanno messo in dialogo diverse generazioni e arricchito il patrimonio comune di conoscenza storica. 

LA DIDATTICA
Sul piano più strettamente scolastico, questa esperienza ha apportato un valore aggiunto alla didattica su tre aspetti: la fluidità dei ruoli, l’acquisizione di competenze trasversali da parte degli alunni e l’interdisciplinarietà.
L’esperienza di public history ha arricchito la tradizionale programmazione didattica: ha permesso ai ragazzi di entrare in contatto con il territorio, con il tessuto sociale, di far scoprire la storia nella vita quotidiana…insomma la storia è uscita dalle aule scolastiche per incontrare i ragazzi a cielo aperto e per parlare loro attraverso luoghi che loro hanno sempre percorso ma mai interrogato…in questo modo la storia non è più un succedersi di eventi e di date in cui per i ragazzi è difficile trovare non tanto un filo logico quanto un filo emotivo di coinvolgimento. Nell’ultima parte del documentario sono proprio i ragazzi a parlare, l’ingresso diretto all’interno del racconto della storia li fa sentire parte della storia, il frutto di quello che c’è stato prima e quindi anche agenti attivi della storia, e questa secondo me è la forza di questa disciplina e del suo incontro con i più giovani.
Questa esperienza ci ha permesso di vivere in prima persona quello che di solito è un racconto di esperienze pregresse che si svolge prevalentemente all’interno di un’aula. L’urbanistica e la sua storia hanno trovato infatti un riscontro diretto e immediato in ciò che i ragazzi hanno vissuto attraverso questo lavoro condiviso. Argomenti a volte complessi per i ragazzi di questa età (leggi urbanistiche, piani regolatori…) sono entrati come elementi vivi e determinanti nel progetto. Anche le procedure urbanistiche hanno permesso che questo luogo si sia trasformato in quello che vediamo: a saperlo leggere il Parco Dora racconta chiaramente la sua storia e la storia della gente che lì ha vissuto.
I ragazzi hanno capito che non si può comprendere un luogo se non lo si impara a osservare e, parallelamente, se non si conoscono gli strumenti che hanno permesso al territorio di trasformarsi in relazione a tutta la città. Un’esperienza di rigenerazione urbana che non è arrivata alla sua conclusione e loro sono e saranno parte attiva.
Inoltre la conoscenza e l’uso degli strumenti (macchina fotografica, luci, audio, drone..), da parte dei ragazzi, ha sollecitato un racconto attraverso immagini, oggi così tanto importanti, che loro stessi hanno scelto volta per volta puntando l’attenzione su ciò che hanno imparato a vedere facendoli sentire ancora una volta parte di qualcosa che troppo spesso attraversavano senza consapevolezza.

CONCLUSIONI
La partecipazione dei ragazzi ai laboratori pomeridiani di indagine sul territorio e di interviste ha permesso l’instaurarsi di rapporti insegnante-alunni diversi da quelli più rigidi e vincolati all’ambiente della classe: abbiamo per esempio visto ragazzi non particolarmente impegnati nello studio, appassionarsi e partecipare attivamente a tutte le fasi di produzione, aiutare le professoresse nella preparazione della strumentazione prima di ogni laboratorio sono nate nuove consuetudini di scambio e reciprocità che spesso la classe non permette, per la frontalità di una cattedra che gli alunni vedono un po’ come un limite e che spesso limita anche noi insegnanti.
Questa esperienza ha perciò favorito l’inclusione e ha dimostrato di poter essere uno strumento per contrastare la dispersione scolastica e con essa la marginalizzazione sociale: se i ragazzi hanno
partecipato spontaneamente ad una attività pomeridiana non obbligatoria e per giunta non valutata, questi stessi ragazzi li troveremo presenti anche al mattino, si spera con una nuova visione della scuola e una rinnovata fiducia nei saperi che la scuola propone. 
Infine questo progetto, articolato in diverse discipline tra loro comunicanti (l’urbanistica, la storia, il cinema) ha trasmesso ai ragazzi l’importanza della trasversalità di un approccio conoscitivo, di una visione complessa della realtà che diventa lezione di educazione civica, stimolo a considerare un fatto o un problema sotto molteplici aspetti e punti di vista. 
C’è poi un ultimo punto non meno importante che vorremmo sottolineare: il risultato di questo lavoro non rimane chiuso nelle aule della scuola o sulla mensola dell’ufficio del dirigente scolastico, ma ritorna a dialogare con il territorio, a restituire alle persone coinvolte il frutto di una costruzione collettiva: abbiamo previsto una proiezione pubblica in uno dei cinema del quartiere, in modo che la comunità possa vedere il proprio parco anche attraverso gli occhi e i racconti degli allievi, conservarne una memoria comune e proiettarsi su un futuro di trasformazioni sempre più a misura di un quartiere e della sua gente.

Alcune immagini degli studenti durante i laboratori

Immagine 4 di 9

HANNO PARTECIPATO:

CLASSE III C A.S.2022-23 
Davide   Alemanno, Emma  Andries, Davide Apetrei, Younesse Aziz, Rebecca Costante, Simone Crisafulli, Leila Eddahbi, Davide Genghi, Azzurra Giardina, Fabio Giorgi, Hiba Guedri, Blessed Idehen, Hamza Mghaini, Andreea Michliuc, Simone Piroscia, Giorgia Rosso, Ahmed Smei, Alessandro Vitillo, Rafael Zoicas-

Alunni III D A.S.2022-23 
 Alibrio Dalila, Antoneag Amalia, Aracri Pasquale, Bonomo Arianna, Cimpoesu Sara Elena, D’ambrosio Riccardo, Deliu Leonardo Nicolas, Dolce Nicole, Dumitru Maria Lavinia, Eterno Giorgia, Falzetta Gaia, Lefranc Sara, Lia Sabrina, Manfrini Swamy Chanel, Mazzilli Lorenzo, Rosca Marian, Sava Ionelaelena, Scotellaro Letizia, Umaigba Osayame Play, Uribe Moron Bruno Marcelo, Zarbo Christian Domenico, Zarri Edoardo.