The Space Cinema

Parco Commerciale Dora 
Video 3’30” 
Testimone: Maurizio Gaier 
Fotografie e Montaggio: Chiara Dalmaviva 
PROGETTO Diari di Comunità/BeeO OrtiAlti -Cliomedia Public History – Artway Of Thinking – Archivio Nazionale Cinema d’Impresa

La multisala cinematografica The Space Cinema può simbolicamente considerarsi il punto di arrivo di una storia di quartiere lunga un secolo. Benché esistessero spazi per la proiezione già all’inizio del Novecento, la prima grande sala cinematografica, con ben 590 posti, fu quella dell’Apollo, che inaugurò la programmazione nel 1928. L’edificio si trovava in largo Giachino 91 – dove oggi c’è un emporio – e dove nel 1910 era stata costruita la Casa del Popolo, chiusa nel 1922 dopo essere stata assaltata e incendiata dalle squadre fasciste. Gravemente danneggiato a causa di un’incursione aerea durante la seconda guerra mondiale, l’Apollo fu ricostruito negli anni Cinquanta ospitando una nuova sala cinematografica da 1160 posti e un’attigua a una sala da ballo. Cessò l’attività nel 1981.  
Concorrente negli anni Cinquanta dell’Apollo era il Lutrario, detto “Lutra” dagli abitanti del quartiere. Alle origini, nel 1926, si chiamava Plateau Dansant Lutrario, dal nome del ballerino e imprenditore Attilio Lutrario che a metà anni Venti, dopo un periodo negli Stati Uniti, si stabilì a Torino dove acquistò il dopolavoro ferroviario accanto alla piccola stazione Dora facendone una sala da ballo estiva. Le proiezioni cinematografiche ebbero inizio nel giugno del 1942, in piena guerra mondiale. Nel 1950 l’architetto e pittore futurista Nicolaj Diulgheroff progettò il nuovo cinema teatro con sala da ballo, inaugurato nel giugno 1951: fu una struttura innovativa con una galleria a ferro di cavallo e una platea digradante per complessivi 1100 posti. Oggi nello stesso luogo, in via Stradella 8, c’è il Dancing Le Roi
Negli anni Cinquanta e Sessanta altri cinema della zona erano l’Alba in via Stradella angolo corso Grosseto, lo Splendor in via Bibiana, l’Ambra in via Chiesa della Salute e l’Edera in viale Madonna di Campagna. Erano tutte sale di seconda e terza visione. Nessuno di questi locali sopravvisse alla crisi che negli anni Settanta cancellò quasi tutti cinema di periferia. Il tentativo dell’Edera di resistere, trasformandosi in cinema d’Essai, il Keller Studio, durò poco. Effimero fu anche il successo del Dive In, sorto negli anni Novanta in un’area situata tra via Sansovino e via Venaria.